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Carlo Magno divise il suo impero in tante province con a capo persone di sua fiducia, i feudatari o vassalli..

Le cerimonie con cui il feudatario riceveva il feudo si chiamava investitura: inginocchiato davanti al sovrano, riceveva da lui le armi benedette e giungeva nel Vangelo di essergli fedele, di seguirlo e difenderlo in guerra e di pagargli un tributo ogni anno. In cambio riceveva il feudo da amministrare e la protezione dell’Imperatore.

Le province ai confini si chiamavano Marche ed erano governate da Marchesi; le province all’interno si chiamavano Contee ed erano governate da Conti. Se il feudatario voleva, divideva il suo territorio tra altri nobili, i "Valvassori" e questi, a loro volta, potevano fare altrettanto ed assegnare alcune terre ai "Valvassini".

Mentre era in vita Carlo Magno, quando un feudatario moriva o non era capace di svolgere il suo compito, il feudo tornava all’Imperatore che decideva un nuovo feudatario. Dopo le sua morte, quando i figli si divisero l’Impero, i feudatari si sentirono liberi e pretesero che alla loro morte i feudi venissero passati ai figli. Si formarono così i domini ereditari.

Il grande feudatario, nel suo feudo, era considerato come un sovrano. Infatti, aveva il suo esercito, aveva il potere di esercitare la giustizia, di coniare monete, aveva il diritto di passare attraverso altre proprietà, di richiedere tributi ai suoi sudditi, di imporre lavori senza ricompensa, di ricevere, ogni anno, un decimo del raccolto agricolo o di bestiame, di cacciare ovunque gli piacesse farlo.

Entro il feudo, dunque, il feudatario viveva in condizioni di privilegio. Il territorio del feudo veniva diviso in parti: una, divisa a sua volta in piccoli poderi, era data in uso ai contadini; l’altra, la riserva, era quella che il signore faceva coltivare per sé. Solo un’esigua minoranza di contadini possedeva piccole proprietà; gli altri, la massa, erano affittuari, costituivano i servi della gleba.

Pochissimi erano anche gli artigiani e ancor meno i mercanti, poiché ogni feudo tendeva a bastare a se stesso. Gli artigiani e i piccoli proprietari di terre potevano esercitare liberamente il loro mestiere per gli abitanti del feudo, ma dovevano lavorare gratuitamente per il signore in determinati periodi. Essi portavano i loro prodotti e le loro merci in una zona prestabilita, accanto al castello, e la ponevano in vendita: era il mercato.

Gli artigiani che godevano di maggior prestigio erano i fabbri, perché sapevano ferrare i cavalli e fabbricare armi; venivano poi i falegnami e calzolai….

Essi vivevano nel villaggio che sorgeva accanto al castello ma anche entro le mura stesse del castello: nel cortile essi potevano avere la loro bottega.